- Mnajdra (Calogero Giallanza) 9:33
- Behind the Sea (Salim Dada) 4:44
- Histoire de la montagne d’olivier (Salim Dada) 4:18
- Maremosso (Andrea Piccioni) 4:17
- Ritu Riyadh (Algerian traditional/Salim Dada) 3:54
- Siciliana (Calogero Giallanza) 5:46
- Istikhbar (Salim Dada) 2:26
- La ballade méditerranéenne (Salim Dada) 6:20
- Nwiba Skallia (Salim Dada) 7:14
Calogero Giallanza flauti
Salim Dada chitarra, kwitra, voce
Andrea Piccioni percussioni
con la partecipazione di Karima Skalli voce
Poesie: Ibn Hamdis (2,9), Algerian traditional (5)
Musica: Salim Dada (2, 3, 5, 7, 8, 9), Calogero Giallanza (1, 6) Andrea Piccioni (4)
Lo Shulùq Ensemble nasce nel 2014 ed è composto da eccellenti musicisti e compositori di fama internazionale: Calogero Giallanza, Salim Dada, Andrea Piccioni con la partecipazione di Karima Skalli. Provenienti da vari mondi musicali: europeo classico, arabo e nordafricano, barocco e jazz, l’Ensemble suona musiche originali. All’attivo diverse tournée in Italia, Algeria e Libano, ospiti di Eventi e Festivals Internazionali.
The Dream of Ibn Hamdis è il lavoro discografico dello Shulùq Ensemble, un omaggio ai popoli e alle culture del Mediterraneo attraverso la musica. Il “Mare Nostrum” è un luogo ideale dov’è possibile la convivenza tra passato, presente e futuro, così come la coesistenza di valori, di ideali e sogni delle persone che vivono lì. “Shulùq” è la traslitterazione del nome arabo del vento Scirocco (il vento del sud). Quindi lo Shulùq Ensemble è il simbolo di questo “vento”, il fiato, il respiro del Mediterraneo, e per estensione l’anima stessa del Mare Nostrum, un ponte fatto di suoni, ritmi di armonie ed emozioni comuni che riuniscono tutti gli abitanti delle sue coste.
Lo Shulùq Ensemble è composto da eccellenti musicisti e compositori di fama internazionale: provenienti da vari mondi musicali: europeo classico, arabo e nordafricano, barocco e jazz, l’Ensemble suona musiche originali composte e ispirate dalle poesie di Ibn Hamdis, un poeta arabo-siciliano del XII secolo (1056-1133) . Avendo lasciato la Sicilia seguendo la conquista normanna, il poeta continuò per tutta la sua vita come esiliato a cantare la sua patria, come un paradiso perduto. Unione di diverse civiltà, greco-romana e arabo-musulmana.
Queste sono le radici del progetto The dream of Ibn Hamdis: una ricerca che vuole seguire e trovare, nel corso dell’ultimo millennio, il filo di uno specifico discorso artistico, verso il Mediterraneo, un “ponte” fatto di armonie, suoni, ritmi e sensibilità comuni, un “mare nostrum” poetico-musicale, di pace e generoso, “l’ultimo dono dell’unica civiltà mediterranea”. Un’aspirazione a un mondo migliore, ambedue desiderati e ricercati, a volte a costo della vita di migliaia di migranti che attraversano, fuggendo verso un disperato esilio di libertà e salvezza, ma anche spesso tragicamente, verso un destino di vite spezzate e disperse.
(Luciano Armeli Iapichino)
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