- Paradiso 4:58
- Magnolia nera 4:20
- Il ragazzo che saliva sugli alberi 6:16
- Il bicchiere del mare 4:09
- Anno nuovo 4:33
- Mi lascerò cadere 4:53
- Gli esploratori 5:34
- Tu e io 4:44
- Minnie 2:56
- Il migliore 3:27
Gabriele Muscolino voce, bouzouki
Angelika Pedron voce
Lorenzo Barzon violino
Luca Pasqual violoncello
Martin Tourish fisarmonica (tracce 3 e 6)
Matteo Facchin fisarmonica (tracce 1, 2, 7, 8)
Siamo a Costalovara, nel silenzio della montagna altoatesina, in quello che oggi è un museo dedicato alle api. Fuori è primavera, ma fa ancora freddo malgrado le giornate soleggiate. Il vento muove erbe e rami, lo stagno si sgela, le pannocchie appese alle travi si asciugano. Dentro il casale, musicisti e fonico si scaldano con stufe di fortuna. Il line-up acustico accompagna la voce (bouzouki, violino, violoncello, cori e fisarmonica). Ma nel tinello c’è qualcosa di più. C’è una qualche inafferrabile suggestione di Eden. La natura attorno, le mura in pietra, il tetto di paglia e le stanze in legno di cirmolo – l’ambiente lascia il segno su questo lavoro. I musicisti hanno sentito subito il tocco di “questo invisibile – come racconta Gabriele – maestro di cappella”. Che l’album conserva nel suo particolarissimo suono complessivo. Inclusi scricchiolii e rumori di fondo.
Ne beneficiano per primi i testi delle canzoni. Sono storie e dialoghi. Forse sogni, forse confessioni. Il trait d’union con l’ascoltatore è diretto, l’afflato variegato: spesso narrativo, altre volte lirico e surreale, altre ancora satirico. Ne beneficia anche l’inventiva melodica, a cui la voce di Gabriele Muscolino dedica molto. I materiali musicali si inseguono con piacere, sono campi aperti alle visioni dell’ascoltatore. Il bouzouki detta il groove e su di esso il disco costruisce il suo timbro caratteristico: gli sono a fianco il violino di Lorenzo Barzon, il violoncello di Luca Pasqual e le seconde voci di Angelika Pedron, sensibili e graffianti. Questo è il set-base, ed è un continuo dare e avere tra il colto e il popolare. Su questi intrecci, le fisarmoniche – ospiti Martin Tourish e Matteo Facchin – si ritagliano spazi di libertà. Gli interventi di Tourish (degli irlandesi Altan) sulle ballate “Il ragazzo che saliva sugli alberi” e “Mi lascerò cadere” sono un suggello di classe e sensibilità musicale.
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