Partenze
- Orazion del pescaore 4.00
- Passeggeri 4.46
- Brisa do mar 4.01
In viaggio
- In un soffio partir 2.04
- Tendresse du sud 5.07
- Navegar co ti 3.11
Il vapore
- El vapor 4.21
- Notte lusitania 4.13
Migrazioni
- Campeando passados 4.17
- Italiamaledeta 4.31
Festa
- Mar de Nadal 2.50
- Il ballo dei pesci 3.33
Il ritorno
- Adelaide 1874 4.27
Musicisti
Corrado Corradi canto, bandonina, english concertina
Rachele Colombo canto, chitarre, percussioni, armonium, suoni addizionali
Roberto Tombesi canto, organetto, plettri, ludro istriano
Voci recitanti
Ottavia Piccolo Adelaide Ristori
Titino Carrara Marco Piazza
Insieme durante gli anni ’90 nel gruppo Calicanto, gli storici musicisti del folk revival veneto Corrado Corradi, Rachele Colombo e Roberto Tombesi si incontrano nuovamente dopo quasi 25 anni per questo nuovo progetto musicale che abbraccia i confini della world music. I tempi sono cambiati, diverse le esperienze artistiche e personali dei singoli: in senso metaforico si incontrano sul ponte di una nave come PASSEGGERI, dove ognuno racconta musicalmente il proprio viaggio raffigurato come la propria esistenza. Questo incontro tra gli artisti conduce verso la nascita di un taccuino musicale di un viaggio straordinario.
La genesi del progetto risale a qualche anno fa, grazie alle forti suggestioni provocate dalla lettura di vecchie lettere, scritte nel 1874 da Marco Piazza, bisnonno di Corrado. Scritturato come primo attor giovane nella compagnia diretta dalla grande attrice tragica italiana Adelaide Ristori, Marco scrive ai genitori e racconta dell’epico viaggio attraverso il mare sopra le navi a vapore dell’epoca, soffermandosi sulla memorabile e trionfale tournée teatrale che lo vede percorrere in venti mesi l’intero mondo. Da qui nasce la sottile e poetica metafora di vita che trova i musicisti sospesi tra l’essere prima sopravvissuti e poi successivamente passeggeri del nostro tempo.
L’album è interamente suonato, arrangiato e registrato dal trio, è costituito da 13 brani inediti suddivisi in 6 argomenti: PARTENZE, IN VIAGGIO, IL VAPORE, MIGRAZIONI, FESTA, IL RITORNO.
Le composizioni seguono cronologicamente il viaggio in una sorta di colonna sonora e parlano di commiati, traversate, arrivi, della brezza profumata di sale, di navi a vapore e la nostalgia che queste si lasciano indietro. Ritmi e melodie si intrecciano in un delicato equilibrio tra passato e presente, tradizione e nuove composizioni, canzoni in lingua e in dialetto.
Gli stimolanti dialoghi tra i mantici e, nel canto, la ricerca e l’utilizzo del suono della parola vengono esaltati da armonie ed arrangiamenti sofisticati e nel contempo leggeri all’ascolto. Il tutto è straordinariamente intervallato dalle voci recitanti dei due grandi attori: Ottavia Piccolo e Titino Carrara, unici ospiti dell’intero album, ad impersonare Adelaide Ristori e Marco Piazza.
La loro adesione al progetto si lega anche alle storie personali di entrambi: Ottavia Piccolo ama Venezia e vive al Lido, nel 1999 le viene assegnato il 1° Premio Adelaide Ristori a Cividale del Friuli dove la stessa Ristori nacque. Titino Carrara, come Adelaide, appartiene ad una delle ultime Famiglie d’Arte itineranti italiane, figlio di attori nomadi da dieci generazioni.
La percezione finale, all’ascolto di questo nuovo album di Corrado Corradi, Rachele Colombo e Roberto Tombesi mette nuovamente in luce il sound dei tre musicisti che da sempre si esprime in uno stile unico, difficilmente etichettabile: una terra di mezzo scomoda e, al tempo stesso, affascinante.
Guida all’ascolto del disco “Passeggeri – Taccuino musicale di un viaggio straordinario”
Partenze
“Carissimi miei… non voglio scusarmi del dispiacere che sono certo di arrecarvi. Ho veduto un raggio di fortuna e grandi miglioramenti per l’avvenire…. state allegri e fatemi buoni auguri per il viaggio: vedrete che non vi farò stare in pensiero”.
01. Orazion del pescaore
Il brano che apre l’album guarda alla nostra laguna veneta, Chioggia, le valli da pesca, il mare. Prima di ogni partenza una preghiera in dialetto antico alla Madonna della marina (testo tratto da” Canti del popolo di Chioggia” / Agostino Garlato 1885 – P. Naratovich Ed.), un’invocazione di protezione e speranza per tutti i naviganti e ancor più per tutti i popoli migranti. Sonorità mediterranee, percussioni, plettri, ludro istriano ma anche l’armonium e i cori a sottolineare la sacralità del canto. Alla fine una cavalcata percussiva ci porta lontano sull’aria di ”E tiorte i remi e voga” canto tradizionale dei pescatori di anguele.
02. Passeggeri
La canzone descrive, come in una sequenza cinematografica, la partenza per il “giro del mondo” sulle orme della grande attrice Adelaide Ristori e del suo primo “attor giovane” Marco Piazza. Noi ci ritroviamo sul ponte della nave della vita “persi controvento” ma “ancora insieme”. Tra voci, chitarre e mantici che strizzano l’occhio al Sudamerica, si intrecciano passato e presente, la sirena del piroscafo, le antiche galee veneziane e lo scempio delle grandi navi da crociera nel bacino di San Marco. Sulle ultime note di samba veneto la voce allegra di Titino Carrara, alias Marco Piazza, rassicura e saluta i parenti.
In viaggio
“… I raggi del sole cadendo a piombo fanno sentire con tutta la forza il loro calore. A mezzogiorno ponendosi al sole si scorge la pro- pria ombra toccare appena i propri piedi. Fortunatamente il vapore è riparato da grandissime tende, è provvisto di numerosissime aperture e resta assai ventilato. Ci avviamo ad incontrare l’inverno del Brasile… ”.
03. Brisa do mar
La composizione strumentale vuole sottolineare l’immagine di un piroscafo che, all’alba, si allontana dal porto di Lisbona preparandosi ad affrontare una lunga traversata oceanica. Una progressione di accordi di chitarra, un piccolo ostinato di organetto si intrecciano a poco a poco con la bandonina fino a sfociare in un frammento ritmico e teso dal sapore vagamente argentino. Segue un crescendo musicale che accoglie il solo dei mantici a segnare il momento più lirico del brano. Nel finale tutto si ricompone, tornano i plettri che esaltano il lento andare evocando saggiamente sonorità portoghesi.
04. In un soffio partir
Una canzone-frammento intima e potente. Una voce, un soffio e una chitarra per esprimere, guardando dalla nave l’infinito orizzonte, il desiderio di andare oltre, la voglia di libertà, il coraggio di navigare la vita assecondandone l’onda.
05. Tendresse du sud
Il brano strumentale descrive le lunghe giornate sempre uguali trascorse in mare e, nel refrigerio della notte, i teneri pensieri dei passeggeri al ricordo dei propri cari lontani. Il brano si apre con un’atmosfera sospesa di chitarre che annuncia il tema struggente della bandonina. La melodia si intreccia ripetutamente all’unisono con i plettri in un crescendo emotivo sostenuto dagli accordi bassi dell’organetto.
Nel finale inaspettatamente rumori di vele, piccole note di pianoforte come ultime gocce di pioggia accompagnano la voce di Titino Carrara mentre racconta “questa Merica” dove “quando a casa farà giorno qui calerà la notte …”.
06. Navegar co ti
Il brano è dedicato a Marco Piazza. Attraverso le sue lettere riviviamo l’attraversamento dell’equatore da parte del piroscafo con la consapevolezza che si è oltrepassato il punto di non ritorno e che l’arrivo è ancora lontano. Gioia, trepidazione, stupore: il mondo si ribalta, tutto cambia. Siamo costretti a lasciare la nostra stella polare, le nostre certezze, il nostro punto di vista. Musicalmente, dopo un iniziale tema ritmico e giocoso, dove si esprimono all’unisono i plettri e le voci, si viene traghettati in un’atmosfera sognante che si specchia nella quiete del “grande mar” sul quale ci troviamo a “navegar” . Dalle acque emergono voci sospese e il solo di bandonina che intreccia note come piccole onde di pensieri. Un improvviso risveglio ci riporta al presente tutto da giocare.
Il vapore
“era… la parola che diceva quel suono rauco di sirene nella nebbia fitta sul mare, quel sospiro rassegnato della barca che scivolava fuori dal porto nelle sere d’inverno, lanciando nel buio lattiginoso e vago quella nota struggente e già malinconica, già dolorosa di no- stalgia…”.
07. El vapor
Il brano strumentale descrive il rumore e la forza propulsiva dei piroscafi, macchine dal nome magico e potente. Il frastuono dei motori, l’energia inarrestabile delle turbine tra percussioni tonanti e suoni metallici. La scrittura del brano in 5/8 accentua ritmicamente la tensione degli accordi strappati della mandola e della bandonina sostenuta dall’incedere ossessivo del basso-chitarra. Siamo ora di fronte al terribile attraversamento dello Stretto di Magellano che mette alla prova i passeggeri e stressa il Vapore, a ricordarlo, la stessa Adelaide Ristori attraverso la voce intensa di Ottavia Piccolo.
08. Notte lusitania
Il brano è una dolce serenata. Scende la notte, Il cielo è una distesa infinita di stelle. Sul ponte del vapore Lusitania, davanti al maestoso oceano, un arpeggio di chitarra, il tremolo di un liuto, le note struggenti di una concertina accompagnano un canto d’amore; poco lontano Il fischio di un marinaio riempie l’aria di nostalgia.
Migrazioni
“… In terza classe vi sono molti emigranti, soprattutto veneti che con le loro famiglie e pochi bagagli arrivano con la promessa di un lavoro fuggendo dalla miseria…. Mai più subire l’umiliazione di tornare indietro piegando di nuovo la schiena ai padroni.”.
09. Campeando passados
La frequentazione in questi anni di ambienti, libri, immagini, storie, musiche e musicisti del Brasile del Rio Grande do Sul ci ha fatto conoscere alcuni straordinari suonatori di strumenti a mantice di origine italiana e veneta in particolare. Questo brano dell’amico Daltro Bertussi è uno di quelli che maggiormente ci ha emozionato, tanto da indurci ad una nostra personale interpretazione. Un valzer quasi swingato dove organetto e bandonina si rincorrono in un fitto intreccio armonico che, scandito classicamente dalla chitarra, gioca con la melodia originale.
10. Italia maledeta
La storia dell’emigrazione italiana, anche alla luce dei tempi drammatici di sbarchi che ancora stiamo vivendo, acquista oggi un particolare valore che non si può dimenticare e che abbiamo voluto ricordare ispirandoci ad una poesia dell’italo-brasiliano Darcy Loss Luzzato. Un testo che esprime la rabbia e la voglia di riscatto attraverso l’interpretazione del canto e dei cori. L’organetto ritma un ballo dal sapore popolare che si mescola con le percussioni e, nel finale, le melodie di concertina e chitarre diventano echi di milonga del sud del Brasile.
Festa
“Il 25 dicembre, dopo di aver toccato l’Avana, eccoci di nuovo a bordo dell’Ebro….Nastri di seta e ghirlande pendono dal soffitto e la tavola ha assunto proporzioni gigantesche …. Dopo i fuochi artificiali, s’improvvisa una festa a ballo in onore dei marinai e dei pas- seggeri della terza classe”.
11. Mar de Nadal
Un brano strumentale spensierato. E’ Natale. Il Capitano organizza una festa sul ponte della nave. Un’orchestrina improvvisata suona una danza in 6/8 ispirata alle tante manfrine in voga nel nord Italia alla fine dell’Ottocento rallegrando i passeggeri lontani da casa da troppi mesi. Il suono dei mantici riecheggia nella notte serena tra le grida e le risate di chi ora non si sente più estraneo.
12. Il ballo dei pesci
Una danza festosa di pesci che saltano sulla scia bianca della nave esprime la gioia del ritorno dopo un lungo viaggio per mare. Il testo, una cantilena in dialetto veneto, elenca i nomi tipici dei pesci del mare adriatico e della laguna veneziana. Organetto diatonico, concertina, chitarra, nacchere e tamburelli riecheggiano antiche villotte e tarantelle mediterranee. Nel finale, il frammento de “L’odor fa inamorar” è un canto ispirato al tradizionale richiamo dei pescivendoli veneziani.
Il ritorno
“… Questa lettera non è scritta un mese e mezzo fa, ma solo due giorni prima che la riceviate… Il Mare Pacifico, l’Oceano Indiano, il Golfo Arabico, il Mar Rosso, più non ci separano. Tutta questa barriera, con l’aiuto di Dio, è sorpassata… Ormai mancano solo due giorni all’arrivo a Venezia…”.
13. Adelaide 1874
Chiude il CD ed il viaggio una canzone dedicata alla grande attrice Adelaide Ristori. La chitarra accompagna il canto e il contrappunto melodico tra l’organetto e la bandonina. Il testo è una grande metafora: guardare alla regina delle scene come alla parte migliore del proprio essere artisti per ricordarci di non smettere mai di sognare. La sua autodeterminazione, la passione, la temerarietà, l’umiltà, la forza di rimettersi in gioco e di non fermarsi mai, nonostante la caducità del tempo, sono un faro nel grande mare. La nave attracca, Adelaide non scende perché il viaggio è la meta. “Arrivare e partire …” sempre con la “necessità di andare altrove …” sono le sue ultime parole attraverso la mirabile voce di Ottavia Piccolo.
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